blockchain

Blockchain, ovvero catena di blocchi

Quando Barilla ci promette dei prodotti provenienti da filiera responsabile, lo fa perché è certa di poter mantenere la promessa anche grazie alla tecnologia blockchain che traccia il suo basilico fresco italiano dal campo alla tavola. Lo stesso accade con alcuni prodotti Carrefour, la prima azienda della grande distribuzione attiva in Italia a usare la blockchain. Ha iniziato nel 2018 con i polli. L’obiettivo è estenderla all’intera filiera entro il 2022.  

Tutto comincia nel 2008 quando un tale Satoshi Nakamoto crea una tecnologia informatica grazie alla quale le persone avrebbero potuto scambiarsi denaro elettronico senza l’intermediazione delle banche. Il 2008 è infatti l’anno della crisi finanziaria e della perdita di fiducia nelle istituzioni bancarie. La tecnologia prende il nome di blockchain, ossia ‘catena di blocchi’. Per quel che ne sappiamo, Nakamoto potrebbe essere un lui, una lei o, come molti ritengono più probabile, un gruppo di persone nascosto sotto pseudonimo. Ancora oggi la sua vera identità resta un mistero. 

È innanzitutto una tecnologia di registro distribuito, in inglese distributed ledger technology (dlt), ossia una catena di blocchi che si trova in migliaia di computer in giro per il mondo e in migliaia di copie identiche, il che garantisce la sicurezza e la resilienza del sistema. Anche per gli elevati costi dell’operazione, ad oggi risulta impossibile da hackerare.  

Ciascun blocco contiene delle informazioni e, una volta riempito, viene sigillato con crittografia, ossia viene chiuso per sempre. Ciò significa che le informazioni contenute in ciascun blocco sono immodificabili e tracciabili. Così, quando vediamo il bollino Igp delle arance rosse di Sicilia, possiamo verificarne l’origine e la genuinità con una semplice scansione del nostro smartphone ed evitare di cadere vittime di frodi alimentari. Questo è possibile perché il Consorzio delle arance rosse di Sicilia ha adottato la tecnologia blockchain per registrare il campo di produzione, la data del raccolto, le modalità di conservazione e di distribuzione di ogni sacchetto di arance.  

Gian Luca Comandini, membro della task force Blockchain del ministero dello Sviluppo economico

Nella blockchain, tutti i nodi della catena partecipano al processo di validazione delle informazioni che vi vengono registrate. Si prenda, come esempio, il pagamento di un caffè al bar. Ogni transazione digitale, anche la più piccola, ha bisogno di un intermediario di fiducia. In questo caso, la banca garantisce al barista che il suo cliente possiede nel conto corrente il denaro necessario a pagargli il caffè. Nella blockchain, dove i pagamenti avvengono in criptovalute, il ruolo della banca scompare. La validazione proviene automaticamente dal sistema. Per questo si parla di disintermediazione dei rapporti fiduciari e di decentralizzazione, dato che viene meno la necessità di un ente centrale di controllo e verifica. 

La blockchain nasce infatti per contrastare le banche, ma alla fine le banche stesse hanno cominciato a usarla. UniCredit, ad esempio, insieme ad altre 15, fa parte della piattaforma We-trade che permette di utilizzare le criptovalute (non solo bitcoin) per le tradizionali attività bancarie. In parole diverse, le potenziali prime vittime dell’utilizzo della blockchain su larga scala, hanno finito con l’incorporare questa tecnologia. Ma le due applicazioni si estendono anche ad altri settori, come si è visto con Barilla e Carrefour. Alcune università, come quella di Padova, utilizzano la blockchain per rilasciare i certificati di laurea ed evitare così falsificazioni.  

L’Italia, insomma, potrebbe non essere più il fanalino di coda dell’Europa, almeno per quanto riguarda la blockchain. Una task force lavora presso il ministero dello Sviluppo economico per proporre politiche che ne favoriscano lo sviluppo nel Paese. Il documento finale è già sul tavolo del Ministero.  

Per approfondire la blockchain

Bitcoin: un sistema di moneta elettronica peer-to-peer di Satoshi Nakamoto 

Da zero alla luna. Quando, come, perché la Blockchain sta cambiando il mondo di Gian Luca Comandini  

Blocksophia. La filosofia della blockchain di Francesca Marino  

Blockchain week Rome, evento a Roma